Dicembre 30 2015

L’ISIS ha realmente ambizioni su Israele?

Israele

La diffusione del primo video in ebraico può far pensare che l’ISIS abbia ambizioni su Israele. Rovesciare il governo d’Israele non è una priorità dell’ISIS.

Il 23 ottobre 2015 l’ISIS diffonde il suo primo video in ebraico rivolgendosi agli “ebrei che occupano le terre musulmane”, le frasi più significative sono qui sotto riportate:

Israele

Retorica o strategia?

Nel luglio 2015 l’affiliato egiziano dell’ISIS: Wilayat Sinai, rivendica la responsabilità del lancio di 3 missili esplosi nel sud d’Israele. L’organizzazione jihadista basata a Gaza: Hadid Brigade, capeggiata dallo Sceicco Omar, che potrebbe avere dei legami con l’ISIS, lancia un attacco missilistico nella città portuale d’Israele, Ashod, nel maggio del 2015.
Tornando un po’ indietro nel tempo, nel febbraio del 2008, Abu Omar al – Baghdadi, poi leader del’Islamic State of Iraq (ISI), predecessore di Abu Bakr al – Baghdadi, annuncia la sua intenzione di sovraintendere la liberazione della moschea di Al – Aqsa asserendo: “abbiamo chiesto a Dio e speriamo che l’ISI sarà la prima pietra per il ritorno a Gerusalemme”. Recentemente l’ISIS ha diffuso una serie di video messaggi che incoraggiano i palestinesi ad impegnarsi in attacchi dei così detti “lupi solitari” contro gli ebrei: “riportate l’orrore agli ebrei con esplosioni, incendi e accoltellamenti”. Video che circolavano con l’hastag #the_slaughter_of_Jews (il massacro degli ebrei). Malgrado queste minacce, i carrarmati dell’ISIS non attraverseranno la Terra Santa nell’immediato futuro e neanche tanto presto. Rovesciare il governo israeliano non è una priorità pressante per l’alto comando dell’ISIS. L’organizzazione terroristica transnazionale è più interessata nel conquistare le terre sunnite dove l’autorità statuale è gravemente compromessa. Dabiq, la rivista in inglese dell’ISIS, sintetizza la strategia dell’organizzazione così: “indebolire i governi musulmani attraverso il terrorismo in  modo da creare un vuoto di sicurezza (letteralmente caos o tawahhush). I combattenti dell’ISIS si muoveranno in quei luoghi per stabilire strutture di un nuovo stato (idarat). Fino ad ora l’ISIS si è mantenuta stretta a questo piano: i suoi combattenti sono stati più attivi e vincenti in aeree dove c’è un vuoto di sicurezza.

Israele, che ha una delle più potenti forze militari nel Medio Oriente è sicuramente l’opposto di un “vuoto di sicurezza”.

Anche dal punto di vista teologico, la sconfitta di Israele ha bassa priorità. Pur non essendo usuale per un gruppo sunnita, l’ISIS è motivato da profezie islamiche sulla fine dei tempi. Queste profezie immaginano la conquista di Gerusalemme ed una guerra con gli ebrei come atto finale del melodramma della fine dei tempi. Tuttavia l’ISIS si trova ancora al primo atto di quel melodramma, cioè al ripristino del califfato. Inoltre, deve ancora diffonderlo nel mondo e sconfiggere gli infedeli cristiani. Per cui, malgrado i video ed i messaggi che incitano ad un combattimento aperto con Israele, le minacce dell’ISIS contro Israele sono vuote. Non vuol dire che siano vuote di contenuti o irrilevanti, ma che sono rivolte soltanto al reclutamento di musulmani irati dalle occupazioni di Israele, piuttosto che configurarsi come il segnale di un’invasione.

L’ISIS è focalizzato sul consolidamento del suo stato e la sua espansione nelle terre sunnite. Anche se lo sguardo dell’organizzazione terroristica transnazionale rimarrà fisso su Gerusalemme non cercherà di piantarci la sua bandiera nell’immediato futuro.

Condividi

Tag:,
Copyright 2021. All rights reserved.

Pubblicato Dicembre 30, 2015 da barbarafaccenda nella categoria "politica internazionale

Riguardo l’Autore

Esperto politica internazionale

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.