Settembre 7 2015

Migranti: guida all’uso corretto dei termini

Non è vero che si possono usare termini come migranti, rifugiati, richiedenti asilo indistintamente come fa comodo per attirare l’attenzione.

Bono, noto cantante, ci fa una lectio magistralis su tutti i termini che può ricordarsi, uno dopo l’altro, asserendo che lui li ha letti sul vocabolario (mica ci vuole un minimo di competenza) e sa perfettamente poi elencarli: migrante, rifugiato, richiedente asilo e sa perfettamente applicarli al caso. LUI LO SA. Una cosa che in assoluto detesto più del massacro di Assad al mercato della settimana scorsa è il TUTTOLOGO. Accidenti! Se io mi rompo le scarpe vado dal calzolaio, pago un professionista del mestiere per una cosa che io non so fare. Se voglio riparare un rubinetto chiamo un idraulico: professionista. Bono, come tanti altri del resto, è sicuro che aprendo un vocabolario o wikipedia possa trovare la soluzione a tutti i problemi, ma allora perché fai il cantante? Non voglio ora qui entrare nel merito della sua filantropia perché non è poi così chiara. La questione è che non si può sempre pensare che quando si parla di politica internazionale o di diritto internazionale o di qualsiasi altro ambito che richiede una preparazione scientifica o tecnica  si possa improvvisare. Raccontare una notizia è un fatto, ma esprimere poi pareri tecnici è un altro e ci sono i professionisti per questo. Non è possibile che se si guarda il telegiornale o si legge un giornale ci siano sempre termini a caso usati indistintamente così perché fa figo o perché impressiona l’ascoltatore o il lettore.

Per cui oggi vi propongo un piccolo glossario di termini utile a tutti per destreggiarsi nel mondo dei migranti.

Prima di tutto chiariamo una volta per tutte questo termine. profugo /’profugo/ [dal lat. profŭgus, der. di profugĕre “cercare scampo”] (pl. m. -ghi). – ■ agg. [che è costretto ad abbandonare il proprio paese in seguito a eventi bellici, a calamità naturali, ecc.] ≈ esiliato, esule, fuggiasco, fuggitivo, rifugiato. ↔ rimpatriato. ■ s. m. (f. –a) [chi è profugo] ≈ e ↔ [→ PROFUGO agg.] (dal Vocabolario Treccani). Profugo in inglese si dice: refugee = rifugiato. Quindi vediamo di attenerci a termini internazionalmente riconosciuti e codificati in convenzioni.

La Convenzione di Ginevra sullo Status dei rifugiati del 1951, (resa esecutiva nell’ordinamento italiano con L.24 luglio 1954 n. 722) modificata dal Protocollo di New York del 1967 (autorizzata la ratifica in Italia con L. 14 Febbraio 1970 n.95) ci da una definizione di rifugiato all’art. 1, lett.A, n.2.:”chiunque nel giustificato timore di essere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza ad un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trovi fuori dallo stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole avvalersi della protezione di detto stato, oppure chiunque, essendo apolide o trovandosi fuori dal suo stato di residenza abituale in seguito a tali avvenimenti, non può o, per timore sopra indicato, non vuole ritornarvi.” Definizione che è usualmente impiegata nella prassi ed è ripresa da altri strumenti internazionali, anche se altri se ne discostano e ne accolgono una più ampia, come la Convenzione sugli aspetti specifici del problema dei rifugiati in Africa del 10 settembre 1969 entrata in vigore nel giugno 1974“.ConvGinevra1951

La Convenzione non obbliga lo stato parte a riconoscere una persona come rifugiato, ma obbliga a valutare se possa essergli riconosciuto tale status e nel caso in cui lo Stato glielo riconosca,  è tenuto ad accordare alla persona una serie di diritti. Importante poi è l’art. 33,1 che stabilisce il principio di non – refoulement, cioè il divieto di espellere o respingere verso stati in cui la persona e’ (appunto dopo averlo accertato) a rischio di persecuzione. Il divieto si estende anche al fuori dal territorio, ma entro la giurisdizione dello stato, anche a bordo di navi in alto mare. Ricordiamo che la Corte Europea ha recentemente condannato l’Italia nella sentenza Hirsi c. Italia per aver violato il divieto di espulsione collettiva.

Richiedente asilo: il diritto internazionale generale non prevede l’obbligo di concedere l’asilo territoriale. Il diritto di asilo è enunciato in alcuni strumenti internazionali non vincolanti, è previsto anche dall’art. 10, 3°comma Costituzione italiana.

Determinazione dello status di rifugiato: un procedimento condotto dall’UNHCR o dallo Stato  che determina se un individuo possa essere riconosciuto come un rifugiato in accordo con le leggi nazionali e internazionali.

Refugee in orbit: anche se non ha fatto ritorno direttamente nel paese dove potrebbe essere perseguitato, non si trova uno Stato che voglia esaminare la sua richiesta oppure gli è negato l’asilo e quindi la persona in questione viene mossa da un paese all’altro in cerca di asilo.

Refugee in transit: ammesso temporaneamente nel territorio di uno Stato a condizione di essere rilocato altrove.

Refugee sur place: non erano rifugiati quando hanno lasciato il loro paese di origine, ma  sono diventati rifugiati più in là nel tempo, per esempio per un colpo di stato avvenuto nel loro paese o l’introduzione ovvero l’intensificazione di misure repressive o persecutorie dopo la loro partenza.

Migrante: non esiste una definizione accettata universalmente; il termine usualmente è utilizzato in  tutti i casi in cui la decisione di migrare è presa individualmente per ragioni di “convenienza personale”. Si applica quindi a persone o membri della propria famiglia che si muovono in un altro paese o regione per migliorare le condizioni materiali e sociali.

Migrazione: processo di movimento sia attraverso frontiere internazionali o all’interno di uno Stato. Movimento che include anche coloro che si spostano per ragioni economiche.

A questo punto vale la pena ricordare che stime dell’Organizzazione mondiale delle migrazioni ci offrono i seguenti dati ufficiali: 47,449 migranti arrivati in Italia dal mare tra gennaio e maggio 2015 di questi:

Eritrei: 10.985

Somali: 4.958

Nigeriani: 4.630

Siriani: 3.185

Gambiani: 2.941

Senegalesi: 2.328

Le principali nazionalità che sono arrivate in Grecia sono siriane e afghane.