Giugno 4 2015

Il calcio e la politica internazionale

Ci si potrebbe chiedere: ma con tutto quello che ha da fare l’FBI possibile che si mette ad indagare sulla FIFA?. Gettare fango su un rito di milioni di persone, su quelli che prendono a parolacce la telefonista Premium perchè non attiva la carta per vedere una partita (la sottoscritta). La corruzione, sì, che storia trita e ritrita, dicono gli affezionati del bar e del caffè corretto fuori dallo stadio.  Ed allora proviamo a guardare la situazione da un punto di vista di politica internazionale.

L’ “affair” FIFA è come un microcosmo di più ampie tensioni che affliggono le istituzioni internazionali e ci offre una lezione magistrale, oserei dire, sui limiti da parte dei paesi occidentali di fare appello alla moralità e alle regole di legge per influenzare la pubblica opinione globale.

L’ex segretario generale delle Nazioni Unite dichiarò che la Coppa del Mondo FIFA è  uno dei pochi fenomeni universali pari alle Nazioni Unite (NU). Infatti le 209 associazioni nazionali di calcio che formano il congresso FIFA sembrano essere “sensibili” alla geopolitica così come i diplomatici che siedono nel Consiglio di Sicurezza e nell’Assemblea Generale.

Osservando l’ “affair FIFA” sembra di essere davanti all’ ultimo esempio di come gli Stati Uniti e i suoi alleati europei cerchino di tenere ben salda la presa su istituzioni internazionali malgrado le oscillazioni dell’equilibrio del potere globale. Il “caso Blatter” arriva in un momento in cui Washington e i suoi amici stanno diventando incredibilmente diretti nel voler stabilire le regole del gioco multilaterale. Washington è stata colta di sorpresa dalla decisione della Cina di lanciare la Banca asiatica d’investimento in infrastrutture, un possibile primo passo per sfidare gli organismi a guida americana come la Banca Mondiale. Parlando di un patto sul commercio nel Pacifico, Obama dichiara che bisogna essere sicuri che gli Stati Uniti, e non paesi come la Cina, siano tra coloro  che scrivono le regole del secolo per l’economia mondiale. Quindi dopo l’economia sembra che gli Stati Uniti vogliano scrivere le regole del calcio mondiale.

Il Congresso della FIFA prevede che ogni singolo membro abbia un singolo voto, di uguale valore rispetto a quello di qualsiasi altro membro. Dove gli Stati Uniti non esercitano nessun controllo diretto. Un altro esempio di un voto = un membro, nei consessi internazionali, è la Conferenza Generale dell’UNESCO.

Sebbene le decisioni dell’UNESCO interessano molti, ma molti meno di quelle della FIFA, Washington ha tagliato i fondi a quest’ organismo internazionale dopo che ammise la Palestina come membro nel 2011. L’amministrazione Obama ha sempre fatto del suo meglio (e continua a farlo) per trarre i propri vantaggi e crearsi legami nei forum delle NU come l’Assemblea Generale o il Consiglio dei Diritti Umani.

Questo scandalo sembra un tentativo di cortocircuitare il governo dell’organizzazione e se Washington e l’Europa non possono deporre Blatter attraverso delle procedure formali di governance perché non creare lo scandalo nel momento giusto? Le critiche americane alle NU guidarono Annan in un disonorevole e precoce pensionamento nel 2005 proprio per accuse di corruzione.

Mi sembra improbabile che gli Stati Uniti investano ingenti capitali politici per fomentare un vero e proprio ” coup d’etat” per uno sport che non è esattamente lo sport nazionale, anche se la sua squadra femminile se la cava gran bene.

Blatter potrebbe o no aver beneficiato direttamente o indirettamente di pratiche corrette nel corso degli anni, ma sicuramente ha beneficiato della sfiducia che oggi c’è attorno alle regole multilaterali e nelle istituzioni ed è questa l’altra grande lezione da trarre da questa storia. Che l’America Latina, qui dove il calcio scorre nelle vene di chiunque, sia la zona maggiormente colpita dallo scandalo e che sia accaduto al momento giusto nel posto giusto, questo è un altro ulteriore esempio di come si piloti l’equilibro globale. ” Cari amici del Brasile, del Paraguay, dell’Argentina, del Cile, gli affari si fanno se la smettete di dire che la corruzione è un modo di vivere. Firmato Barack Obama”. Ecco il messaggio veicolato attraverso quello che è lo sport più seguito in questi posti.

Noi, popolo dei tifosi del calcio, continueremo a seguire questo bellissimo sport credendo nella genuinità di quei bambini che giocano sentendo i propri genitori inveire contro l’arbitro. Lo seguiremo mangiando il gelato alla fine del primo tempo, perchè è un rito e se non si fa porta sfiga. Continueremo ad andare da Gianni il vinaiolo giallorosso e a salutarlo affettuosamente dopo che la sua squadra ha perso, non accettando lezioni di morale da paesi che finanziano gli estremisti.