Febbraio 24 2016

Majlis – Iran elezioni 2016

Majlis

Il 26 febbraio gli iraniani inizieranno il processo di elezione del loro decimo parlamento: il Majlis.

Molti discutono delle elezioni iraniane per le possibili implicazioni sulla politica estera iraniana. Sebbene il processo elettorale in sé stesso resta un mistero per molti; noi ci accontentiamo di avere le basi e quindi di capire cos’è il Majlis. Iniziamo innanzitutto con un foglio di appunti del mio quaderno per vedere quali sono i passaggi temporali che portano al 26 febbraio, per l’elezione del Majlis.

Majlis

Majlis: poteri e composizione

Ufficialmente: Islamic Consultative Assembly (Majlis-e shoura-ye eslami), per dirla in termini più vicini a noi  è un parlamento eletto con voto popolare, stabilito nella scia della rivoluzione iraniana del 1979. Mentre il Majlis è istituzionalmente separato dal Consiglio dei Guardiani, un organo di 12 giuristi islamici, il Consiglio gioca un ruolo più esteso nelle elezioni parlamentari e nel suo ruolo legislativo. I 290 membri del Majlis rappresentano i 207 distretti elettorali dell’Iran. Trenta seggi sono dedicati ai rappresentanti provenienti da Teheran, il più grande distretto. Il secondo distretto più grande ha solo 6 seggi.

Successivamente al dibattito svoltosi nel Majlis la legge passa al Consiglio dei Guardiani, il quale deve confermare che la legge sia conforme alla Costituzione e all’Islam. Il potere di veto del Consiglio dei Guardiani sulla legislazione ha significato che sostanziali riforme politiche ed economiche, anche se supportate dal Majlis – sono state spesso ostruite. Siccome, quasi metà delle leggi approvate dal parlamento erano poi ricusate dal Consiglio dei Guardiani, nel 1989 fu stabilito un terzo organo legislativo: Expediency Council (Consiglio dell’opportunità in italiano n.d.a) che ha il potere di mediare tra i due organi e di annullare le loro decisioni. Se approvato dal Consiglio dei Guardiani, la legge deve essere firmata dal presidente prima di entrare in vigore. Il Majlis approva e rivede il budget annuale, può approvare e mettere in stato d’accusa ministri, emettere questioni formali al governo. Approva i trattati internazionali.

Ogni rimostranza pubblica contro organizzazioni governative è gestita dal Majlis. In ogni caso è necessario il consenso del Leader Supremo affinché il Majlis possa entrare nel merito di un’ istituzione.

I membri sono eletti ogni 4 anni dal voto popolare diretto. Sebbene siano soggetti a considerevoli restrizioni, le elezioni parlamentari si sono tenute regolarmente dal 1980. Per essere qualificati a concorrere per un seggio, i candidati sono soggetti a numerosi cicli di controlli accurati. Il Ministro dell’Interno supervisiona l’iniziale esame delle credenziali, ma il Consiglio dei Guardiani ha l’ultima parola e statuisce chi è qualificato a concorrere. Secondo l’art. 28 dell’Atto elettorale dell’Assemblea Consultativa islamica i candidati devono soddisfare i seguenti criteri al momento della registrazione:

  1. Credere e praticare obbligatoriamente l’Islam e il Sistema sacro della Repubblica Islamica dell’Iran.
  2. Essere cittadini della Repubblica Islamica dell’Iran.
  3. Espressa fedeltà alla Costituzione e al principio di assoluto custode della giurisprudenza.
  4. Un documento che provi il possesso di almeno un diploma ed equivalente.

Nel 2006, il parlamento ha approvato una legge che richiede a tutti i candidati essere in possesso di un Master. Questa valutazione della formazione educativa va in parallelo con il declino dei membri del parlamento che sono religiosi, da un picco di 131 nel primo parlamento ai 33 in quello odierno.

  1. Non avere una cattiva reputazione nel distretto elettorale.
  2. Salute fisica tale per cui almeno godano della benedizione della vista, udito e parola.
  3. Almeno 30 anni e non più di 75.

Ai candidati delle minoranze religiose non è richiesto di soddisfare il primo criterio. Anche se il candidato ha tutti i requisiti elencati, il Consiglio dei Guardiani può trovare (come già accaduto) una scusa per squalificare il candidato.

La manipolazione del Sistema elettorale iraniano si è guadagnata un significativo criticismo internazionale.

Freedom House ha dichiarato che sebbene non ci siano state accuse di frode sistematica  nelle elezioni del 2012, “molti legislatori in carica hanno accusato Islamic Revolutionary Guard Corps di manovrare le attività elettorali”.

I candidati approvati possono fare campagna elettorale ufficialmente solo per 7 giorni. La campagna elettorale è iniziata il 18 febbraio.

Un candidato è dichiarato vincitore se lui (o lei) ottiene la maggioranza dei voti in un distretto  cioè il 25% di tutti i voti raccolti. Nel sistema iraniano chiamato: Two-Round System entra in gioco se nessun candidato riesce ad ottenere la maggioranza dei voti, per cui viene indetto un altro election day dove i primi due candidati competono in quel distretto.

Un certo grado di rappresentanza è garantito alle minoranze religiose: 2 seggi agli armeni cristiani, o uno ai cristiani assiri e caldei, uno agli ebrei e uno ai credenti dello Zoroastrianesimo o Mazdeismo. La più grande minoranza iraniana, Baha’i, non è ufficialmente riconosciuta e non gli è garantito un seggio (peraltro i loro diritti sociali e politici sono severamente ristretti dal regime).

Verso la fine di gennaio solo la candidatura una donna, una delle maggiori riformiste del paese, è stata approvata dal Consiglio dei Guardiani, nel parlamento in carica ci sono 9 donne, il 3%. Molti credono che la squalifica dei candidati donna è legata al fatto che molte delle donne che si sono registrate hanno esperienza come attiviste dei diritti umani o femministe.

Correnti politiche e non partiti politici

Come spiega il sito Majlis Monitor affiliato all’Università di Toronto, i gruppi politici che si mobilitano per competere nelle elezioni iraniane possono essere descritti più accuratamente come “correnti politiche” piuttosto che come partiti politici nel senso occidentale del termine. Le “correnti politiche”, secondo Majlis Monitor, “usualmente emergono come alleanze di comodo per perseguire agende politiche – ideologiche comuni, interessi economici”.

Per saperne di più: leggi l’Assemblea degli esperti – Iran elezioni 2016.