Gennaio 20 2016

Implementation day oscurato dal Prisoner day

Implentation day

L’Implementation day, giorno in cui viene diffuso dall’IAEA il rapporto che verifica gli adempimenti dell’Iran viene quasi oscurato dallo scambio di prigionieri tra Stati Uniti ed Iran.

Cos’é l’ Implementation Day?

Il giorno in cui viene diffuso il rapporto IAEA che ha verificato che l’Iran ha adempiuto agli impegni previsti dall’accordo sul nucleare. Vediamo i punti salienti:

-Reattore Arak: l’Iran ha cessato di perseguire la costruzione del reattore Arak basato sul suo disegno originale e ha rimosso l’esistente calandria ( che è il contenitore cilindrico del reattore che contiene il moderatore di acqua pesante. È penetrato da capo a piedi da centinaia di tubi calandria, che aggiustano la pressione dei tubi che contengono il combustibile e il liquido refrigerante)e non é più operativo. L’Iran ha fatto tutte le modifiche necessarie al processo di produzione esistente del combustibile naturale uranio per la modernizzazione del reattore Arak.
La capacità di arricchimento é sotto 5060 centrifughe IR – 1; rimosso tutte le centrifughe aggiuntive e le infrastrutture sono a Natanz sotto continuo monitoraggio.
– L’arricchimento R&D non accumula l’arricchimento di uranio.
Nell’impianto di arricchimento combustibile di Fordow non si sta conducendo nessun arricchimento di uranio o relative R&D
– Produzione di centrifughe e trasparenza nella produzione di componenti delle centrifughe.
Simultaneamente, l’UE termina le disposizione del Regolamento del Consiglio 267/2012 e sospende le disposizioni corrispondenti alla decisione del Consiglio 2010/413/CFSP e gli stati membri cambieranno la propria legislazione successivamente. Le sanzioni tolte includono: la proibizione e autorizzazione a trasferimenti finanziari all’Iran e dall’Iran, su: attività bancarie, assicurazioni, supporto finanziario e commercio con l’Iran, prestiti, assistenza finanziaria, obbligazioni pubbliche garantite dal governo dell’Iran, petrolio, gas e settore petrolchimico.
Nello stesso tempo, gli Stati Uniti cessano l’applicazione delle sanzioni finanziarie e misure bancarie, nel settore petrolchimico ed energetico; transazioni con operatori portuali e spedizioni, commercio dell’Iran di oro e metalli preziosi e la rimozione di centinaia di individui ed entità dalla lista delle Specially Designated Nationals and Blocked Persons List (SDN List), the Foreign Sanctions Evaders List, ovvero the Non-SDN Iran Sanctions Act List. Gli stati Uniti si impegnano anche a permettere la vendita di aeroplani trasporto passeggeri e le relative parti e servizi esclusivamente per uso civile.

Lo scambio di prigionieri oscura l’Implementation day

Implementation DayIn un giro di valzer, l’annuncio del così detto “implementation day” è stato quasi oscurato da un separata ma ugualmente significativa svolta: il rilascio di 5 iraniani – americani detenuti a lungo in Iran.  Prese insieme queste pietre miliari rappresentano un importantissimo passo in avanti per l’Iran e per gli sforzi diffusi del suo presidente, Hassan Rouhani, per muovere il suo regime rivoluzionario verso una più grande moderazione sia a casa che all’estero.
Il rilascio dei prigionieri da parte dell’Iran, la maggior parte di doppia nazionalità iraniana – Americana non è stato un atto di generosità. Ogni uomo detenuto fu messo in prigione palesemente con accuse inventate e trattato in un modo terribile durante la detenzione, in cui in un caso è durata per più di 4 anni. La loro libertà avviene come parte di uno scambio di prigionieri che includeva la clemenza per sette iraniani detenuti negli Stati Uniti, così come la rimozione di 10 iraniani dalle liste dell’Interpol. Gli accordi non includevano l’uomo d’affari americano Siamak Namazi, che era detunuto da ottobre, neppure l’ex agente dell’FBI Robert Levinson che è scomparso in Iran nel 2007.
Il rilascio di 5 americani detenuti rappresenta un passo indietro iraniano su una questione centrale per le ideologie di regime. Per Tehran, imprigionare americani non era mai stato motivato dalla prospettiva di un profitto. Piuttosto, il centro di gravità all’interno dell’elite iraniana al potere rimane che c’è una cospirazione guidata dagli americani per il cambio di regime, facilitato da coloro che hanno la doppia nazionalità come quelli arrestati.
Teheran non prende alla leggera queste minacce percepite ed i suoi leader non rilasciano presunte spie americane volentieri. Questi mesi di negoziazione che hanno dato vita allo scambio di prigionieri racchiudono un considerevole investimento di capitale politico da parte di politici iraniani più pragmatici.
Ancora più significativo è il tempo dello scambio di prigionieri.Gli sforzi fatti per enfatizzare che i colloqui sul destino dei prigionieri erano distinti dai colloqui sul nucleare, il loro rilascio lo stesso giorno in cui iraniani, americani ed europei si erano riuniti per formalizzare l’adempimento dell’accordo sul nucleare fanno evidentemente associare il rilascio dei detenuti americani con l’accordo.
La confluenza dei due eventi rafforzerà soltanto la convinzione dei conservatori iraniani dei complotto e gli alleati americani nel golfo vedranno lo scambio di prigionieri come una prova di quello che hanno sempre sospettato e di cui hanno molta paura.
L’odierna leadership iraniana non cerca nè il pieno riavvicinamento neppure è preparata a pagare il prezzo che questa retromarcia potrebbe contenere.
Molti commentatori si sono focalizzati sulle rivalità delle fazioni iraniane, prendendo gli ultimi sviluppi come una vittoria dei moderati sui conservatori. Tuttavia questa enfasi sulle fazioni tende ad essere esagerata e troppo semplificata. L’assortimento iraniano dei gruppi politico – ideologici è fluido e multi – valente, essi cooperano anche se competono e le loro differenze verranno sovrastate dal loro comune impegno per la continuazione del sistema di governo.
In contrasto, le linee divisorie dell’autorità istituzionale nella Repubblica Islamica sono sempre state più strenuamente demarcate. La presidenza iraniana è costruita con un ruolo deliberatamente subordinato e ognuno dei predecessori di Rouhani si è irritato per le sue limitazioni.
Il successo è anche un testamento dell’amministrazione Obama nella diplomazia. I repubblicani nella campagna presidenziale sono stati molto vocali nel criticare le negoziazioni e le concessioni a Teheran, ma è difficile immaginare che ci sia una trazione aggiuntiva da vincere per aver liberato americani innocenti.

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Pubblicato Gennaio 20, 2016 da barbarafaccenda nella categoria "Ci sarà un McDonald a Teheran?", "Iran", "politica internazionale", "Stati Uniti

Riguardo l’Autore

Esperto politica internazionale

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